I CAMMINATORI, COSTRUTTORI DI PONTI

  • Roberto
  • 22 luglio
  • Camminare
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«Ci saranno sempre dei sassi sul tuo cammino, dipende da te se farne dei muri o dei ponti».
In questo bell’aforisma è riassunto anche lo spirito di “Born to walk – Nati per camminare”.
E lo spirito di tanti camminatori, escursionisti, viandanti, pellegrini. Mettersi in cammino è sempre un po’ come mettersi in gioco. Apre a nuovi scenari, alle sorprese, ad incontri imprevisti. Espone alle intemperie, ai problemi cosiddetti “oggettivi”, al mal di piedi od alla caduta di un sasso…
Spesso dopo ore di cammino, quando si incontrano altre persone, ci si ferma a fare due parole, oppure arrivati in cima ci si rivolge un semplice “Berg Heil”, come dicono gli amici di lingua tedesca. Già, il saluto, quello che nella società contemporanea ormai non esiste quasi più. Tutti sconosciuti, tutti di corsa, tutti indaffarati in cose più importanti. Proprio all’acme della civilizzazione, si è pure al massimo dell’individualismo e dell’egoismo. Ci si dimentica di essere “animali sociali”, che siamo fatti per stare insieme e che nell’altro, soprattutto se “diverso”, sta pure la nostra esistenza, la misura di noi stessi. L’avete mai notato? Se gli incontri sono radi, il saluto ed il confronto sono spesso “calorosi”. Se la via è piena di folla – come attorno a certi parcheggi di famose stazioni di montagna – lo sguardo va da un’altra parte, come nel bel mezzo di una città.
Nella wilderness, o comunque a contatto con gli elementi naturali invece, si ritorna ad essere uomini. Lo stesso Thoreau vedeva nel mondo selvaggio la salvezza del mondo. Siamo naturalmente costruttori di relazioni e dunque, costruttori di ponti, saltatori di muri. Questo era l’invito di Alex Langer, che aveva coniato il motto “più lenti, più lievi, più profondi” in contrapposizione al motto olimpico della velocità che caratterizza la nostra epoca e che la contraddistingue sempre più per elementi di inciviltà ed intolleranza. Chi cammina sa bene che è proprio questa, la velocità del piede al ritmo del cuore, la “modalità” migliore per essere appunto più lenti, ma al tempo stesso più profondi anche dentro se stessi e meno impattanti sull’ecosistema.
Lungo il cammino, come nella vita, s’incontrano molti sassi, di varie dimensioni. Possiamo raccoglierli e scagliarli contro qualcosa o qualcuno… e non è detto che sia sempre un gesto negativo, come ci ricorda ad esempio l’episodio di Davide contro Golìa o l’avvio di qualche moto rivoluzionario…ma, preferibilmente, i sassi è meglio spostarli e farne pietre da costruzione. Trasformando così un possibile strumento di odio in un potente costruttore di amicizia.

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