AL LAGHETTO D’ASBELZ, DIADEMA DELLE DOLOMITI DI BRENTA MERIDIONALI

  • Roberto
  • 17 dicembre
  • Explore the paradise
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Le Dolomiti di Brenta sono celebri per la catena centrale, per il Campanil Basso, per l’infinita parete del Crozzon, per la Via delle Boccchette, per i celebri rifugi. Tutto vero, tutto “bello”. Ma se si vogliono vivere dei momenti di solitudine, a contatto con i segni dell’uomo e della natura, oppure conoscere gli aspetti più nascosti del gruppo montuoso e godere di panorami mozzafiato accompagnati da dettagli d’intima bellezza…. beh, allora i due estremi a nord ed a sud non hanno rivali. A sud, in particolare, dove la copertura calcarea nasconde sottoterra la dolomia principale regalando forme a tratti più arrotondate, a tratti più spigolose, lo scenario si apre verso il bacino “mediterraneo” del Lago di Garda, con influenze determinati su clima, vegetazione e fauna. E, di conseguenza, sugli usi umani nei secoli.
Inoltre, il versante sud delle Dolomiti di Brenta ospita – meglio sarebbe dire “nasconde” – uno dei tesori più reconditi del gruppo, vale a dire il laghetto d’Asbelz, incastonato come un diadema in uno dei circhi superiori della remota Val di Jon. Già in Brenta i laghi sono una rarità e sono, anche per questo, uno più spettacolare dell’altro. Bastano i nomi: lago di Tovel, il lago rosso che è stato alla base della nascita del Parco Adamello-Brenta. Poi il lago d’Agola, con i riflessi smeraldini di pini e larici che si specchiano nella basse acque. Senza contare poi il lago di Molveno, certamente al margine del gruppo, ma che costituisce la vera a propria “riviera” delle Dolomiti, uno specchio che il Fogazzaro definì “preziosa perla in ancor più prezioso scrigno”. Ecco, nella collana di questi rari laghi fa la sua bella figura anche Asbelz, con i suoi soli 3 mila metri di specchio d’acqua ad oltre 2 mila metri di quota: solitario, isolato, magnificamente contornato da calcari del Lias stratificati verticalmente, quasi irrangiungibile. Quasi. Perché da San Lorenzo in Banale, per Baesa ed attraverso i masi di Jon e malga Asbelz un sentiero che sembra un muro (il segnavia n. 349) può condurre con dislivello di oltre mille metri a godere di questo luogo. Ma per rendere la visita ad Asbelz ancora più epica, con la possibilità di incrociare l’orso e l’aquila, proponiamo un altro itinerario, ancor più ardìto, che segue in parte il trekking “Garda-Brenta”. E che entra nel “Patrimonio dell’Umanità” e nella candidata Biosfera UNESCO “Alpi Ledrensi e Judicaria”.
Si parte da Séo di Stenico, la frazione abitata più elevata delle Giudicarie esteriori posta a quota 832 m. slm. Dalla piazza centrale si prende il segnavia n. 348 che sale in direzione “Salti di Stenico”, aereo balcone che si raggiunge dopo circa un’ora e mezza. Già qui la fatica è appagata dall’orizzonte che si apre sotto ai piedi: le Esteriori, la Busa di Tione, i monti del Garda, il Bondone e lo Stivo… Poi su, tra i prati un tempo pascolati e sfalciati fino alla rinnovata Malga Valandro, a quota 1870. Si punta a nord, volendo si può anche salire sulla vetta del Brugnol (2221 m.), prendendo il passo più a valle che introduce in un mondo magico, a parte, isolato e silenzioso. Il sentiero si fa traccia, attraversa in quota ripidissimi versanti, affianca il monte Pizzo per sbucare nella conca del rudere di malga Sgolbia e poi, più in là, a malga Asbelz. Un po’ più a monte ecco il lago: da una parte la frana sottomarina dei Maruggini che lo separa dalla Val d’Ambiez, con cui è collegato da un sentiero che porta al rifugio Cacciatori; dall’altra gli spettacolari strati verticali della Forcolotta che dividono dalla Val d’Algone. Il luogo, ricco di testimonianze geologiche legate a fenomeni carsici ancora attivi è, lo ripetiamo, di una bellezza notevole. La fatica della lunga traversata e dell’elevato dislivello in salita scompare all’improvviso di fronte a tanta generosità di madre Natura. La discesa è una picchiata lungo la ripidissima valle. La cura della gente del Banale per i piccoli masi di Jon, raggiungibili solo a piedi, è persino commovente e testimonia un secolare attaccamento alla terra. Al Pont de Baesa (800 m.) ci attendono le acque del rio Ambiez, ma anche lì vicino la grande ospitalità di Giuseppe ed Agnese al “Ristoro Dolomiti”, un luogo di ristorazione d’eccellenza, con prodotti del territorio e grande cura dell’ospite. La ciuìga prodotta da Giuseppe è una delle migliori del Banale, ma tanti altri suoi patti meritano l’assaggio, come quelli con le comédole (lo spinacio selvatico) o le verze locali, il tutto bagnato da vini rigorosamente trentini come quelli di Toblino, che in linea d’aria è solo ad una decina di chilometri di distanza. Insomma, il versante sud del Brenta è una miniera di tesori naturali ed antropici, tutti da scoprire camminando!

INFORMAZIONI GENERALI

• Tempi di percorrenza: mettere in conto 6-8 ore per tutto il giro, che può essere percorso anche in senso inverso (ricordarsi che i luoghi di partenza/arrivo distano alcuni chilometri, pertanto occorre organizzarsi per il recupero dei veicoli)
• Difficoltà: impegnativo, per la distanza, i dislivelli ed il relativo isolamento, ma tecnicamente non difficile. Molta attenzione in caso di neve/ghiaccio o di maltempo.
• Stagioni: dalla tarda primavera all’autunno.
• Valutazione di B2W:
4 piedi

Informazioni: www.visitacomano.it www.pnab.it www.ristorodolomiti.com

Percorso
Foto





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