“AGOSTINI” IN VAL D’AMBIEZ, IL RIFUGIO PIU’ FORTE DELLE VALANGHE

  • Roberto
  • 17 settembre
  • Itinerari
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Le valli delle Dolomiti di Brenta, nel Trentino occidentale, sono l’una più bella dell’altra, ma quella che consente di percorrere il massimo sviluppo altimetrico attraversando tutte le fasce vegetazionali, strati geologici,forre, aree carsiche e ricche di fossili, alpeggi e praterie fiorite è una sola: la Val d’Ambiez.
Poiché l’omonimo rivo confluisce nella Sarca alla quota di circa 300 metri slm, da qui alla Cima Tosa, principale elevazione del Brenta, passano circa 2900 metri in una sola dozzina di chilometri in linea d’aria! Come dire, dal leccio ai ghiacciai in un batter d’occhio, come in pochissimi altri posti al mondo…
Meta preferita e di grande soddisfazione in questa splendida valle, accessibile a piedi od in jeep da San Lorenzo in Banale, uno dei “borghi più belli d’Italia” nelle Giudicarie esteriori, è il rifugio “Silvio Agostini” della SAT, posto su un balcone naturale a quota 2410 metri. Costruito da privati nel 1937, passato alla SAT nel dopoguerra ed ampliato più volte, è stato colpito l’inverno scorso da un’enorme valanga che ha percorso il vallone ai piedi della Cima d’Ambiez. Ma è stato più forte della valanga e, nonostante i danni, ha potuto riaprire i battenti ed ospitare i tanti visitatori di questo angolo di Brenta. Forte il rifugio, forti e determinati i gestori, la famiglia di Ignazio e Roberto Cornella di San Lorenzo, che hanno potuto così portare avanti la lunga tradizione di ospitalità e buona cucina.
L’Agostini è la base ideale per eccellenti salite alpinistiche sulla parete est di dolomia purissima della Cima d’Ambiez, ma anche per la via normale alla Cima Tosa. Belle le traversate possibili da qui: verso i Dodici Apostoli per la ferrata e la Bocchetta dei Due Denti. Diverse, ma altrettanto belle, le vie per il rifugio Pedrotti alla Bocca di Brenta. Quella per la Forcolotta di Noghera e la Pozza Tramontana è di particolare interesse geologico e morfologico. Ma attraverso la Bocca d’Ambiez e la vedretta dei Camosci si può raggiungere anche il rifugio ai Brentei. Chi cerca il mondo più selvaggio delle Dolomiti si deve invece dirigere a sud, verso il Ghez, o la Val di Jon e le rupi dei sottogruppi meridionali del Brenta, dalle quali si dominano le Giudicarie con il lago di Garda in lontananza…
Ma l’Agostini è anche un bel punto di arrivo. La salita, lungo il segnavia n. 325 che inizia dal parcheggio di Baesa a 900 metri e dall’attiguo Ristoro Dolomiti gestito dall’ottimo chef Giuseppe Scrosati (d’obbligo assaggiare gli gnocchi con le comédole o la ciuìga in vario modo cucinata…) è senz’altro lunga, poiché ci attendono 1500 metri di dislivello lungo una stradina a tratti monotona. Ma i luoghi che si percorrono sono veramente pieni di fascino. E poi, giunti ai 1800 metri del Rifugio al Cacciatore, meta annuale del ritrovo degli amici di Diana per il premio all’Uomo Probo, si apre un anfiteatro che toglie il fiato e che ha pochi uguali tra i diversi gruppi delle Dolomiti-Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Dal Cacciatore all’Agostini sono poi circa 600 metri di dislivello, ma tra fossili, fiori, animali e panorami non ci si accorge nemmeno dello sforzo. Sia a salire, sia a scendere, si può passare per alcune malghe, quelle di Prato e quelle di Senaso (due delle “ville” di San Lorenzo). Alla Senaso di sotto, presso la quale è transitato anche il nostro itinerario, si può pure acquistare il formaggio di malga.
Al rifugio Agostini si sta sempre bene, la cucina di Roberto Cornella è ottima – la ciuìga di San Lorenzo, l’insaccato arricchito con le rape, è un presidio Slow Food – dal rifugio si vedono, là in fondo, i vitigni della Valle del Sarca, dove nascono Nosiola, Rebo e Vino Santo – ed il clima è sempre “caldo”, qualunque sia la condizione del meteo. Appena fuori dal rifugio il grande masso della Torre Jandl è oggi un’ottima palestra di arrampicata: del resto qui, da decenni, si svolgono i corsi della prestigiosa Scuola Graffer della SAT. All’Agostini si arriva molti mesi all’anno, anche se in inverno e primavera la parte inferiore della valle si presta alla caduta di valanghe, suggerendo dunque massima cautela.
Che si sia amanti della roccia, dei fiori, dei paesaggi o della buona cucina, il nome “Agostini” non può dunque mancare dall’agenda dei camminatori!

INFORMAZIONI GENERALI

Tempi di percorrenza: 3-4 ore per la salita (si può accorciare la salita con il taxi fino al Cacciatore)
Difficoltà: facile
Stagioni: dalla tarda primavera all’autunno (rifugio aperto 20 giugno-fine settembre, con locale invernale)
Valutazione di B2W:
4 piedi


Informazioni: www.rifugioagostini.com, www.sat.tn.it, www.visitacomano.it

Percorso
Foto





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